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Visite al sito da sab 21 ago 2021
La nigeriana Isoke Aikpitanyi appartiene a una famiglia
povera, per cui non compie studi regolari e aiuta la madre a vendere frutta e verdura.
Quando le viene offerta la possibilità di lavorare in Italia,
s'illude di migliorare la qualità della sua vita e di tutta quella della sua numerosa famiglia. A
Torino, a meno di 20 anni, è buttata sulla strada a prostituirsi.
Si ribella, subisce ogni genere di violenza e viene quasi uccisa.
Giunta ad Aosta, dove vive il suo compagno italiano, accoglie nella "casa di Isoke" ragazze nigeriane
vittime della tratta. Presto sorgono "case di Isoke" in Piemonte, in Lombardia e in Liguria.
In altre città, donne
nigeriane seguono il suo esempio e a Palermo nasce un centro per ragazze minorenni oggetto di tratta.
Isoke ha narrato le sue vicissitudini nei libri "Le Ragazze di Benin City", "500 storie vere" e "Spada, sangue, pane e seme".
L’"Associazione vittime della tratta", di cui è
presidente, ha salvato migliaia di nigeriane dallo sfruttamento sessuale o dall'essere usate come fattrici
di bimbi, destinati anche al mercato degli organi, e ha costruito una rete di ex vittime, valorizzando il
loro ruolo come operatrici a sostegno di altre donne infelici. L'associazione
estende
i suoi interventi in Nigeria, in particolare a Benin City,
capitale della mafia e del traffico di esseri umani. Finora si è trattato d'interventi di micro-credito e di
assistenza a giovani rimpatriate perché clandestine, ma nel 2018, dopo anni di lontananza, Isoke tornerà in
Nigeria per cercare di fermare quei viaggi della speranza che si trasformano in incubi.
Questa ragazza sorridente è nigeriana e si chiama Isoke Aikpitanyi. Isoke nasce a Benin City (Edo State, Nigeria) il 24 giugno del 1979. A causa delle gravi difficoltà della numerosa famiglia, non compie studi regolari e lavora al mercato vendendo frutta e verdura con sua mamma. Ha 17 anni quando le propongono di andare in Europa, le offrono un posto di lavoro in un supermercato.
Riesce a partire da Benin City nel 2000, apparentemente con documenti regolari. Giunge a Londra dove il lavoro promesso non c'è, quindi la spostano a Torino e scopre che anche là non c'è nessun lavoro pronto per lei, che è clandestina e che per sopravvivere e per pagare il debito di 45mila dollari che le è stato imposto per essere stata portata in Europa, dovrà scendere in strada con abiti "succinti".
Era inverno, rifiuta e resiste fino a quando la sua compagna di stanza è uccisa per i suoi no, e così anche Isoke a forza con botte e violenze è costretta a prostituirsi. Il suo calvario è durato due anni e spesso ha visto la morte in faccia. Inizia la sua ricerca di vie di uscita e si rivolge a molte associazioni, come la maggior parte delle ragazze nella sua stessa situazione, non trova aiuto. Decide di liberarsi da se, affronta i suoi sfruttatori ed è quasi uccisa. Dopo tre giorni di coma per una brutale aggressione, trova rifugio in Valle d'Aosta. Ha denunciato i suoi aguzzini e da donna libera ha deciso di continuare a combattere la mafia nigeriana.
Insieme alla giornalista Laura Maragnani scrive "Le Ragazze di Benin City" (Melampo Editore 2007) diventato un vero e proprio "best seller", un punto fermo per far conoscere ad un pubblico sempre più grande il problema della tratta di ragazze nigeriane in Italia. Inizia quindi a raccogliere le testimonianze di centinaia di connazionali che vivono l'incubo della schiavitù sessuale. Testimonianze che vengono poi pubblicate in un libro "500 Storie Vere".
Inizia a girare l'Italia per presentare i suoi libri, per sostenere ragazze, per tenere "lezioni" in scuole e università, diventa testimonial per Libera e per Amnesty International. Nel 2013 è stato pubblicato un terzo libro "Spada, Sangue, Pane e Seme" con prefazione di Roberto Saviano. Pubblica altri materiali in Internet e concretizza "Casa di Isoke", microstruttura e dinamica di accoglienza per vittime della tratta. Molti media parlano di lei e diventa "famosa".
Ha fondato un'associazione che ha preso il nome dal suo primo libro "Le Ragazze di Benin City" attraverso la quale anche "Foundation for Africa" collabora per dare dignità, protezione e assistenza legale alle ragazze nigeriane vittime di tratta. Fino allo scorso anno Isoke girava l'Italia per far conoscere al pubblico la sua storia e la storia di queste ragazze. Con il suo italiano stentato è entrata nel cuore di molti italiani, anche in quello di Roberto Saviano che l'ha più volte indicata come esempio di coraggio per combattere tutte le mafie.
Nel maggio 2014 una trasmissione di Rai3 ha trasmesso un ampio servizio sulla sua storia personale
Isoke e le scelte che hanno cambiato la vita